Dare vita a materiali che non esistono ancora. Questo lo scopo di DeepMind, sistema di intelligenza artificiale sviluppato da Google, che ha segnato un’importante svolta nella ricerca sui materiali chimici, prevedendo la struttura di oltre due milioni di nuovi composti.

Un’innovazione che traccia un interessante prospettiva sulle possibilità dell’edilizia del futuro. Infatti, 400.000 di questi progetti teorici potrebbero presto essere testati in laboratorio, aprendo la strada a innovazioni significative.

Uno dei principali vantaggi di questa ricerca è il miglioramento delle tecnologie esistenti, come batterie, pannelli solari e chip per computer. Lo sviluppo di nuovi materiali può portare a prestazioni potenziate, maggiore efficienza energetica e costi di produzione ridotti. Tuttavia, storicamente, il processo di scoperta e commercializzazione di nuovi materiali è sempre stato lungo e complesso. Ad esempio, le batterie agli ioni di litio hanno richiesto circa due decenni di ricerca prima di diventare una realtà commerciale.

Ekin Dogus Cubuk, un ricercatore di DeepMind, ha espresso ottimismo riguardo al futuro della sperimentazione e sintesi dei materiali. Secondo Cubuk, i progressi nei modelli di apprendimento automatico e nella sintesi autonoma potrebbero ridurre significativamente i tempi necessari per la scoperta di nuovi materiali, portando questa tempistica da 10-20 anni a un periodo molto più breve.

Nonostante queste promettenti prospettive, esistono ancora delle resistenze riguardo al rapporto costo-beneficio di queste ricerche. La produzione e la sperimentazione di nuovi materiali comportano costi elevati e investimenti significativi. Tuttavia, se queste nuove tecnologie si dimostreranno efficaci e commercialmente vantaggiose, potrebbero giustificare l’investimento iniziale e rivoluzionare interi settori industriali.